L’orticaria è tra le più frequenti e comuni forme di malattie dermatologiche.
È caratterizzata dalla comparsa – di pomfi (arrossamenti rilevati della cute) di colore rosso-rosa, di forma e grandezza variabile – di piccole lesioni – di ampi elementi figurati, più o meno numerosi. Possono interessare una parte o tutto il corpo, essere pruriginosi (può presentare anche bruciore o pizzicore), a insorgenza quotidiana o a episodi ricorrenti, di durata variabile da una o più ore.
Possono comparire ovunque sul corpo, dal tronco, alle braccia, alle gambe; scomparendo più o meno rapidamente per poi ricomparire, accompagnati dal prurito, in diverse altre zone.
In corso di orticaria possono manifestarsi anche altri sintomi extra cutanei: stanchezza, cefalea, dolori articolari, dolori addominali, nausea e malessere generale.
L’orticaria acuta è spesso dovuta ad un’allergia ai cibi (pesci, frutti di mare, noccioline, fragole, spezie ecc.), a conservanti e coloranti alimentari, a pollini o polvere, a farmaci (es. antibiotici, antinfiammatori, vaccini e anestetici), a parassiti intestinali (ascaridi e ossiuri), punture d’insetti, irritazioni da tessuti (seta, lana) o coloranti.
Altri possibili fattori responsabili di orticaria acuta sono:
- Agenti fisici (caldo, freddo, radiazioni solari, pressione)
- Sostanze chimiche agenti per contatto
- Agenti biotici
- Infezioni batteriche e virali
- Infezioni parassitarie
- Malattie internistiche
L’orticaria cronica, invece, nel 60% dei casi è una malattia autoimmune, ossia causata dalla formazione di anticorpi diretti contro la propria pelle. Ciò provoca come reazione la liberazione di sostanze urticanti che causano i sintomi cronici.
Un semplice esame del sangue, insieme all’anamnesi medica, può aiutare a identificare i fattori scatenanti allergici, nel caso si sia affetti da un’allergia. È molto importante consultare il proprio medico perché sapere se si è allergici e conoscere le sostanze a cui si è allergici può aiutare se stessi e i propri cari a evitare i sintomi o a ridurli al minimo.
Per calmare prurito e bruciore e contrastare l’eruzione, possono essere necessari farmaci antistaminici, utili anche per prevenire una successiva ricaduta; mentre i farmaci corticosteroidei per via orale vengono usati solo nei casi più gravi.
Il problema va risolto alla base, individuando l’allergene responsabile ed evitando di entrarci in contatto. Se la causa non è molto chiara o si hanno dubbi, se si ritiene che sia un alimento, va osservata una dieta leggera, escludendo i cibi maggiormente indiziati per 5-6 giorni. Se la situazione persiste nel tempo, va stabilita una terapia di desensibilizzazione.
Per una corretta diagnosi è necessario, analizzare la storia del paziente. L’anamnesi può riguardare l’analisi dell’ambiente lavorativo, dello stile alimentare, l’assunzione di farmaci e le caratteristiche cliniche (episodi nel tempo, durata degli arrossamenti, angioedemi associati e sintomi). Andranno prescritti esami clinici di tipo ematochimico, urine e ricerca di parassiti. Possono essere effettuati esami non invasivi mediante un dermografometro.