La balbuzie è un disturbo del linguaggio, che diventa stentato e meno fluente. Colpisce l’1% della popolazione, compare nell’85% dei casi tra i 18 e i 42 mesi di età e colpisce i maschi quattro volte più delle femmine.
La balbuzie è uno dei più diffusi disturbi del linguaggio caratterizzato da alterazioni del ritmo della parola, dette disfluenze; l’espressione verbale diventa difficoltosa e meno fluente a causa di esitazioni, ripetizioni e/o prolungamenti involontari di sillabe e di suoni.
Rappresenta un grandissimo disagio per chi ne è colpito, anche perché il rallentamento nel parlare non riguarda assolutamente il pensiero; il soggetto sa benissimo ciò che desidera dire, ma fatica a dirlo.
Ne soffre circa il 3% dei bambini in età prescolare, in prevalenza maschi (quattro rispetto a una femmina).
Anche se è definito come disturbo multifattoriale della personalità con rilevanti componenti psicologica e ambientale, la genetica sembrerebbe essere un fattore importante nell’insorgenza del difetto.
Ci sono alcuni fattori che possono contribuire all’origine del problema:
- Genetici: se la balbuzie è già presente nell’ambito familiare suggerisce che potrebbe esserci una causa genetica sottostante.
- Sviluppo del linguaggio: la balbuzie affligge molti bambini nel momento in cui imparano a parlare. I bambini possono balbettare quando le loro abilità linguistiche non sono ancora completamente sviluppate da stare al passo con ciò che desiderano dire. La maggior parte dei bambini che balbetta in questa fase smetterà verso i 4 anni di età.
- Difficoltà nella trasmissione del segnale: si avrà quando i segnali tra il cervello, i nervi e i muscoli che controllano il linguaggio non funzionano in modo appropriato. Si parla in questo caso di balbuzie neurogenetica. Questo tipo di balbuzie si manifesta nei bambini, ma può anche comparire in persone adulte che abbiamo avuto un ictus o un trauma cranico.
La balbuzie si può presentare in diverse forme:
- Forma tonica: arresto a inizio frase con allungamento della sillaba o del fonema difficile da pronunciare
- Forma clonica: al posto del prolungamento si ha la ripetizione della sillaba
- Forma mista: allungamento e ripetizione si sommano, fino a rendere quasi impossibile la comunicazione.
Proprio perché le balbuzie hanno cause multifattoriali il logopedista, il pediatra, lo psicologo e il neurologo sono figure fondamentali nel percorso di cura; infatti, oltre ai problemi di natura emotiva deve essere valutata l’eventuale presenza di problemi organici.
Cosa può fare un genitore se si accorge che il bambino ha difficoltà nel parlare?
Per un genitore è importante agire in maniera corretta nella comunicazione con il proprio bambino; evitare di fare ripetere le parole o di finire la frase al posto del bimbo, evitare di ammonirlo con frasi tipo “Parla bene!”, mantenere il contatto oculare e aspettare che finisca di parlare sono dei comportamenti che i genitori dovrebbero tenere ben presenti nell’approcciarsi al bambino.
A differenza delle altre patologie dove esiste un percorso terapeutico ben preciso, per le balbuzie non esiste una vera e propria cura. E’ possibile parlare, invece, di miglioramenti nella qualità di vita e nella fiducia in se stessi. Le terapie volte alla fluenza insegnano al balbuziente a parlare fluentemente controllando il respiro, la fonazione e l’articolazione.
Consiglio: non aspettiamo a chiedere un consulto medico nella speranza che il disturbo si risolva da sé. La diagnosi precoce è molto importante.