In Italia ogni anno vengono effettuati poco meno di 300 trapianti di cuore l’anno con alti tassi di successo: la tecnica dell’operazione è ormai consolidata e nei centri accreditati c.ca l’80% circa dei pazienti è vivo dopo il primo anno post-trapianto.
Quando si parla di donazione la maggior parte di noi pensa a quella del sangue, ma in realtà molte altre parti del nostro corpo possono essere donate (dopo la nostra dipartita); pensiamo al fegato, alle cornee, ai tessuti e anche al cuore.
La comunità scientifica ormai da anni ha elaborato terapie mediche e chirurgiche per combattere l’insufficienza cardiaca, però, quando il cuore è così compromesso da non trarre più beneficio dai trattamenti medici o dalla chirurgia convenzionale, estrema ratio sarà prendere in considerazione il trapianto di un cuore sano da donatore.
Le patologie che più frequentemente determinano insufficienza cardiaca e conducono al trapianto di cuore sono principalmente:
– la cardiomiopatia che è una malattia specifica del muscolo cardiaco che riduce pian piano la sua capacità di contrarsi e, di conseguenza, di pompare sangue all’organismo.
– una malattia molto grave e diffusa delle coronarie che determina infarti estesi del miocardio ledendo ampie aree di cuore che vengono sostituite da tessuto cicatriziale.
Solo persone con un elevato rischio di morire entro uno o due anni, possono cominciare l’iter per un possibile trapianto e sono rarissimi casi di trapianto su pazienti con tumore cardiaco.
Condizioni generali avverse e danni che altri organi (cervello, polmoni, …), ma anche alcune
patologie come le malattie metaboliche, possono inficiare il successo del trapianto.
Tutti i potenziali candidati a trapianto cardiaco sono sottoposti ad una serie di esami clinici preliminari e successivamente più specifici, al fine di valutare se sussistono o meno le condizioni ottimali.
Alcuni di questi sono:
· Elettrocardiogramma (ECG)
· Radiografia del torace
· Esame emodinamico completo (coronarografia, cateterismo sinistro e destro)
· Scintigrafia miocardica con Tallio 201
· Definizione del gruppo sanguigno
· Ecocardiogramma
· Mineralometria Ossea Computerizzata
· Ecografia addominale;
· Virologia (test per HIV, markers epatitici, Toxoplasma, Varicella)
· Tampone nasale, orofaringeo, rettale
· PSA/ Pap test e mammografia
Se il paziente viene ritenuto idoneo al trapianto sarà ufficialmente inserito in lista di attesa.
Chi può donare il cuore?
I pazienti deceduti e dei quali è stata dichiarata la morte cerebrale sulla base di criteri medico legali previsti dalla legge.
Tutti i donatori sono sottoposti a controlli per escludere malattie come epatite B e C, AIDS e altri agenti virali e batterici.
I medici devono accertare che non ci siano infezioni, condizioni di tossicosi o di avvelenamento; il cuore del donatore deve essere in perfette condizioni, non avere malattie pregresse, traumi cardiaci, aritmie o ipotensione marcata.
È norma che si scelgono donatori di età inferiore ai 55 anni, ma in alcuni casi specifici, si può anche superare questo limite.
I medici si assumono la responsabilità di scegliere il momento giusto per il trapianto; un tempo più lungo o più breve potrebbe causare danni anche irreversibili all’organo.
Le persone che sono decedute a casa non possono donare gli organi, perché il prelievo richiede misure mediche preparatorie che possono essere eseguite solo in ambiente ospedaliero.
Ogni persona che ha compiuto 16 anni può decidere scientemente di diventare donatore di organi.